Dalla follia alla nuova vita

Ciao a tutti, mi chiamo Michela sono una codipendente, oggi: tanto felice di esserlo. Ci sono voluti diversi anni della mia vita per comprendere che "ho un problema", capirlo non è stato semplice quando alcune convinzioni  sono talmente radicate nel profondo del mio essere, inabissate e difficili da individuare. C'è voluto necessariamente il programma per scandagliare tutto ciò che era ben nascosto in me. A poco sono serviti 10 anni di psicoanalisi, ma da 18 mesi un Dio d'amore mi ha tirata su per i capelli prima che sprofondassi nell'abisso. Non ho "ahimè" ancora raggiunto il massimo della  perfezione e mai penso che ci si debba riuscire, ma oggi rispetto al passato ritengo di aver ricevuto dal mio Potere Superiore la possibilità e l'occasione  di essere  una  persona che con i suoi limiti "tenta" di migliorarsi. Tante fasi  si sono alternate nella mia vita; in certi momenti mi sentivo Dio in persona  capace di tutto, mentre in altri momenti mi convincevo di essere un povero relitto abbandonata al mio triste destino.
Tra le tante cose, il controllare è sempre stata la mia specialità  preferita  per  non parlare poi della manipolazione, pure in questo ero abilissima con la pretesa assurda di cambiare tutto e tutti, la cosa strana è che ci credevo  perché mi sentivo in grado di poterlo fare, con i risultati che mi risparmio di dire poiché si sono sempre rivelati l'esatto contrario. Ho interpretato tanti ruoli nella mia vita: da preda a predatrice, da carnefice a vittima, da eroina a martire, eccetera.
Il ruolo più confacente al mio essere, che inconsapevolmente alimentava la  mia malattia di codipendente, è sempre stato quello di vittimista convinta, sempre pronta all'autocommiserazione, per la serie capitano tutte a me! Spaziavo da un ruolo all'altro con disinvoltura, alle volte ero capace di scegliermi le vittime sulle quali riversavo tutta la mia rabbia e non solo, le sceglievo soprattutto deboli sapendo di attecchire e già mi faceva sentire forte, mentre se mi capitavano persone più forti di me mettevo fuori tutta mia arte persuasiva di una povera disgraziata solo per suscitare in loro del pietismo, insomma, tanti ruoli che si invertono e si alternano. Per anni il mio scopo primario, tra i tanti, è anche stato quello di piacere e compiacere a tutti i costi per farmi accettare dagli altri, mostrandomi per quella che non ero. Tutto ciò mi dava un senso di appagamento, una scossa di adrenalina.  Numerosi sono stati anche i tentativi di cambiare gli altri che dopo tutto non hanno fatto altro che cambiare solo me stessa. E poi che dire delle "missioni impossibili" quando pretendevo di risolvere i problemi degli altri con la massima convinzione di esserne capacissima. Queste sono solo alcune delle tante cose che oggi mi dimostrano a che punto era arrivata la mia malattia, una malattia da cui non potrò più guarire, codipendente una volta, co-dipendente sempre. Ho intrapreso il mio percorso 18 mesi fa, attualmente frequento 3 gruppi. In codipendenti anonimi ho trovato la mia vera identificazione, mi ci ritrovo a pieno. CoDA ha dato una ragione e un senso alla mia vita, vissuta per anni in false illusioni. Ho aperto gli occhi finalmente alla realtà dalla quale sono sempre fuggita vigliaccamente. Sto imparando a riprendere in mano la mia vita e a lasciare le vite altrui che per anni ho trattenuto nelle mie mani. Liberando la vita degli altri voglio trattenerne una sola, la mia. Con CoDA non sono più sola e per la prima volta ho la sensazione di essere veramente compresa da tutti voi che come me avete intrapreso questo percorso verso una nuova speranza. Concludo ringraziando il mio Potere Superiore per l'ennesima occasione e per avermi teso ancora una volta la sua amorevole mano. Ringrazio anche i gruppi dei 12 Passi che frequento e infine ringrazio me stessa per la volontà che un giorno alla volta si trasforma in azione.
Un grazie particolare a tutti voi che mi leggerete, vi auguro tanta  serenità.

 

Michela